Abbiamo il piacere di segnalare la mostra “Una vita per il balletto. Hommage à Jelko Yuresha”, allestita al Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” nella sua sede di Palazzo Gopcevich (via Rossini 4), nel segno della collaborazione tra il Comune di Trieste, la Comunità Croata di Trieste-Hrvatska zajednica u Trstu, unitamente al MUO - Museo delle Arti e dell’Artigianato di Zagabria, fino al prossimo 1 maggio (apertura al pubblico nei normali orari d’apertura del Museo: da martedì a domenica, orario 10- 17, biglietto d’ingresso: ridotto 3 euro per le scuole di danza interessate).
Curata da Miroslav Gašparović e Stefano Bianchi (percorso espositivo di Iva Čukman e Irma Huić), la mostra propone una selezione di splendidi costumi di balletto, cimeli e documenti, appartenuti alle étoile della danza mondiale e collezionati dal celebre ballerino croato Jelko Yuresha, che crediamo possa interessare in modo particolare il mondo delle scuole di danza, agli insegnanti e allievi di ogni età.
Željko Jureša, in arte Jelko Yuresha, zagabrese di nascita, mosse i suoi primi passi nella danza sul palcoscenico del Teatro nazionale croato di Zagabria durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la guerra frequentò la Scuola di danza classica di Ana Roje e Oskar Harmoš a Spalato dove gli si presentò l’opportunità di proseguire gli studi in Gran Bretagna. Decisivo fu l’incontro con il grande ballerino e coreografo britannico Sir Anton Dolin che lo invitò a seguirlo nel suo Paese. A Londra conobbe Belinda Wright, già allora una stella del balletto nazionale, che diventò presto sua partner sul palcoscenico e nella vita. Durante la sua carriera in Gran Bretagna Yuresha entrò a far parte delle più prestigiose compagnie di balletto, tra cui il Royal Ballet, dove Yuresha fu uno dei primi ballerini non Inglesi. Solo qualche settimana dopo entrava a far parte della compagnia anche Rudolf Nureev con cui Yuresha si è spesso esibito. Presto divenne una stella del balletto mondiale e questo ruolo l’ha accompagnato per tutta la vita. Oltre agli impegni legati alle esibizioni, assunse insieme a Belinda l’impegnativo ruolo di ambasciatore del balletto per il British Council. Si esibirono in tale veste sia nei maggiori teatri del mondo che nelle aule scolastiche del terzo mondo portando la magia del balletto anche nelle parti più remote e povere del pianeta.
Nel vortice di balletti, viaggi, incontri, amicizie, nuove città e paesi nascono le collezioni di Yuresha, tematicamente espressione della danza ma non soltanto. Sono destinate a diventare parte di un atto creativo che lo contraddistingue e di cui è costellata la sua esistenza. Yuresha espresse la sua creatività istintiva attraverso la danza, ampliandola alla coreografia, alla creazione dei costumi di scena, alla pittura, alla scrittura, all’insegnamento, alla ricerca di nuovi linguaggi. Allievi ed allieve formatisi alla sua scuola sono sparsi ovunque nel mondo, testimoni della sua opera insieme alle collezioni e alle sue coreografie. Parte della sua grande collezione, cioè i documenti e singoli costumi sono già stati donati da Yuresha a prestigiose istituzioni come la New York Public Library, l’Archivio svizzero della danza, la Dance Library of Israel a Tel Aviv, la Newberry Library a Chicago, la Royal Opera House, il Victoria & Albert Museum a Londra e la Fondazione Anton Dolin di cui Yuresha fu uno dei fondatori. La maggior parte delle sue collezioni, tuttavia, trovò finalmente “casa” presso il Museo dell'Arte e dell'Artigianato di Zagabria. La donazione di Jelko Yuresha si compone di tre raccolte: costumi e accessori, fotografie, dipinti, e libri sul balletto. Ognuna di queste raccolte è unica e straordinariamente ricca, specialmente se si considera che in Croazia, nonostante la lunga tradizione del balletto e i successi significativi ottenuti finora, non esiste un’accademia nazionale di danza o un’altra istituzione simile che si occupi di questa materia in modo sistematico. Di conseguenza non esiste una tradizione nella raccolta e conservazione di un importante patrimonio culturale.
Naturalmente, la carriera internazionale dell’artista, dona un respiro internazionale alla sua collezione attraverso costumi di scena dei maggiori personaggi del balletto ma anche degli interpreti del ventesimo secolo, ad iniziare da Belinda Wright, Anna Pavlova, Maja Pliseckaja, Michail Baryšnikov, Margot Fontaine e altri. Oltre a ciò, accanto alle sue creazioni, troviamo anche quelle di artisti prestigiosi come Norman McDowell, Richard Berkeley Sutcliffe, André Levasseur. La ricchezza e la varietà dei costumi di scena di Yuresha e Belinda, ma anche di altre stelle del balletto, raccolti durante i decenni in cui hanno calcato i palcoscenici del mondo, segnano anche la cronologia delle migliori produzioni nei più importanti teatri del mondo da Londra a Tokio, da New York a Mosca e Parigi. Ecco perché la donazione al Museo dell’Arte e dell’Artigianato è destinata a diventare nel futuro uno dei punti di riferimento per qualsiasi studio della storia del balletto mondiale dagli anni Cinquanta del ventesimo secolo fino a oggi. Un’altra parte altrettanto importante della donazione è rappresentata dalle fotografie, molto spesso con gli autografi originali dei grandi del balletto mondiale. Vi si possono trovare alcune rare immagini degli inizi del Novecento, disegni di una delle più grandi ballerine del primo Novecento, Ol’ga Spesivceva, e una serie di altri dipinti e fotografie dall’indiscutibile valore storico, artistico e soprattutto documentaristico. Lo stesso si potrebbe dire per la raccolta dei libri di balletto che copre l’intero ventesimo secolo e include alcuni rari esemplari che erano e sono tuttora considerati bibliografia di base del balletto.
Jelko Yuresha nelle collezioni del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” Fondato da Carlo Schmidl (1859-1943) nel culto delle memorie del palcoscenico con la lungimirante donazione della sua «raccolta storico-musicale» il Civico Museo Teatrale documenta la vita del teatro e della musica a Trieste dal Settecento ai giorni nostri: manifesti, locandine, fotografie, stampe, medaglie, dipinti, strumenti musicali, cimeli, fondi musicali e manoscritti autografi costituiscono l’ossatura di un teatro della memoria che da quasi un secolo incrementa le sue collezioni nello spirito del fondatore. Tre sono le presenze triestine di Jelko Yuresha documentate nelle collezioni del Museo: quella dell’aprile del 1961 al Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, nelle quattro rappresentazioni della tournée italiana del London’s Festival Ballet, quella del «Concerto di danza», ancora al Verdi, il 25 novembre 1971 e quella infine di sabato 31 dicembre 1977 e domenica 1 gennaio 1978 al Politeama Rossetti con la Compagnia Balletto Classico Liliana Cosi – Marinel Stefanescu.
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