In giorni tristi e complicati, vi raccontiamo una storia bella, ricca di sogni, tenacia, passione e ovviamente, guarda caso, di danza. I protagonisti sono Mara Maranzana e Michele Usoni, due friulani doc che hanno fatto del tango la loro professione e il focus della loro vita da ben 20 anni, insegnando, oltre che a Udine, anche ad ArteffettoDanza con seminari bimensili di approfondimento.
Come coppia Mara e Michele si definiscono “atipici” anche dal punto di vista estetico perchè lei è più alta di lui, ma la loro volontà di approfondire e insegnare il tango è stata più forte di tutto. “Non ci siamo mai presi troppo sul serio – dicono – ma facciamo le cose molto seriamente e soprattutto siamo sempre stati e continuiamo ad essere dei sognatori un po’ incoscienti, viviamo sull’onda emotiva di buttarci a capofitto in ciò che ci tiene vivi e che fa stare bene noi e i nostri allievi, nonostante le avversità”.
E così tra i vari progetti che la coppia sta portando avanti in questo periodo burrascoso in particolar modo per il mondo artistico e culturale, c’è una neo-nata orchestra di tango creata grazie al genio creativo di Patricio Bonfiglio, compositore, direttore d’orchestra e musicista di origini argentine che vive a Parigi e viene a Udine (al Circolo Zoo di cui Mara e Michele sono soci fondatori) una volta al mese per provare con i ragazzi che hanno aderito al progetto.
“Al momento siamo arrivati a 12 elementi, ma puntiamo a crescere ancora dando vita ad un progetto che porterà l’orchestra, non appena si potrà, a far ballare nuovamente gli appassionati in milonga. Si tratta di un progetto unico in Italia che investe in risorse regionali riunendo musicisti che provengono da tutto il Friuli Venezia Giulia e dal Veneto”.
Un altro passo in avanti per Mara e Michele dunque, che stanno cercando di affrontare questa fase particolare con l’unicità che li contraddistingue e con un approccio al tango che fa tesoro di tutte le esperienze formative accumulate da entrambi negli anni. Un mix di discipline che spazia dalla danza contemporanea, al contact improvisation, al metodo Feldenkrais e GYROTONIC®, di cui Mara è anche trainer, per insegnare un tango espressione della contemporaneità in mutamento.
Durante le lezioni che Mara e Michele sperano di poter ricominciare presto anche ad ArteffettoDanza, si prefiggono di curare e rispettare il movimento naturale del corpo, riservando una particolare attenzione alla comprensione della struttura del movimento e del ballo, alla comunicazione nella coppia, cercando di fornire all'allievo gli strumenti necessari per sviluppare la capacità d'improvvisazione, elemento fondamentale del tango argentino.
- Mara, Michele, che cosa vi ha spinto a diventare insegnanti?
Mara: Balliamo insieme da 20 anni. Abbiamo iniziato nel ’99, anno in cui il tango era presente in maniera già più marcata a Trieste, che è stata una delle città capostipiti del tango in Italia, mentre a Udine esisteva solo in una forma “leggera”, con un unico corso e un unico insegnante.
Michele: Esatto, proprio per questo, ci siamo posti la sfida di capire se fossimo gli unici giovani pazzi appassionati di questa disciplina o se le resistenze fossero dovute a difficoltà economiche. Abbiamo investito tutti i nostri risparmi in lezioni di tango un po’ ovunque. E poi, dopo un po’ di anni, ci siamo rivolti al Centro Sportivo Universitario chiedendo se fossero interessati a darci uno spazio e a far partire un corso. Ci hanno detto di sì e da quella prima esperienza non abbiamo mai smesso di insegnare.
- Che ricordo avete delle vostre prime lezioni da allievi?
Mara: Abbiamo studiato un po’ a Udine con l’unico insegnante che c’era all’epoca e poi abbiamo conosciuto Alberto Colombo, il nostro insegnante di riferimento di Milano con cui siamo diventati amici. La nostra esperienza di apprendimento non è stata convenzionale, nel senso che lui veniva una volta al mese nel weekend a Udine e durante le settimane successive praticavamo quanto appreso. Poi tutte le volte che potevamo seguivamo seminari in varie parti d’Italia e d’Europa.
Michele: Direi che abbiamo avuto davvero un percorso pionieristico. La forma delle lezioni che facevamo all’inizio era totalmente diversa da ciò che pratichiamo e insegnamo oggi. Io tra l’altro ero gettonatissimo perchè ero un uomo, nonostante fossi un disastro. Sono l’esempio vivente che anche una persona non particolarmente dotata, se guidata dalla passione e ovviamente dall’allenamento costante, può praticare seriamente qualcosa che ama.
- Come sono state invece le vostre prime lezioni da maestri?
Mara: Alla prima lezione in assoluto si sono presentate 3 persone di cui una era una nostra amica, insomma avevamo una coppia e mezza. Ma piano piano siamo cresciuti, abbiamo cercato strategie per far conoscere il tango. Con il Centro Sportivo Universitario era partita l’iniziativa del “Paghi uno, balli in due”. I ragazzi erano più restii, le ragazze più interessate, quindi confidando sulla forte capacità persuasiva dell’universo femminile, siamo riusciti ad attivare i primi corsi.
Michele: Quando abbiamo iniziato la didattica era completamente diversa da quella di adesso. Si imparava "andando in bottega", era tutto molto artigianale, nel senso ampio del termine. I nostri maestri avevano imparato così, i loro maestri anche. Adesso il nostro approccio al tango si è evoluto con noi. Lo vediamo in noi, lo vediamo nei nostri maestri: sono passati tanti anni per tutti, abbiamo un'esperienza di vita e un altro approccio alle cose e ciò che proponiamo riflette ciò che siamo ora. Il tango matura con te, è in continua evoluzione.
- La danza, e più in generale il mondo della cultura e delle associazioni sportive e culturali, sta attraversando un periodo particolarmente complesso. Qual è la tua visione e quali sono le tue speranze per il prossimo futuro?
Michele: Penso che le norme proposte per le riaperture dei teatri e delle scuole di danza fossero state pensate per permettere la fruizione dei posti in tranquillità e sicurezza, qualche caso di Covid ci può anche essere stato, ma sicuramente tutto molto tracciabile e gestibile. Credo che la soluzione non possa essere semplicemente demandata ad una chiusura totale delle attività, così si distrugge in maniera irreversibile il tessuto sociale ed economico. Quando potremo riaprire nuovamente certamente lo faremo, ma il mondo delle piccole associazioni non può riuscire ad auto sostenersi a lungo in questo modo. Personalmente se entro in un teatro sono tranquillo, stessa cosa in una scuola di danza dove sono tutti schedati, viene misurata la temperatura, i locali vengono igienizzati costantemente, si porta la mascherina e tutto ciò che sappiamo. Questi inoltre sono luoghi fondamentali perchè contribuiscono ad elevare lo spirito della persona, perchè se cadi in una spirale depressiva è finita. Devi dare sempre delle speranze e la danza in generale è un grande alleato in questo senso.
- Il tango è un ballo che si fonda sul contatto e sulla socialità, come si balla tango ai tempi della pandemia?
Mara: Ora, a causa dell’ultimo Dpcm e dell’aumento dei contagi, abbiamo dovuto sospendere nuovamente tutte le attività. In generale, stiamo facendo quello che fanno tutti: proposte online e stiamo cercando nuove modalità e alternative. Il nostro mondo è stato completamente stravolto. Già prima di quest’ultima chiusura avevamo adottato una serie di precauzioni: niente cambi di coppia, tutti tenevano la mascherina, avevamo implementato le lezioni di tecnica individuale e ridotto il numero di partecipanti per corso. Tutto questi ci consentiva di avere una gestione in sicurezza delle lezioni, era quasi una gestione “chirurgica”. Non so davvero se torneremo come prima, tutto l’aspetto sociale è completamente sospeso come in una bolla e noi avevamo anche molti momenti sociali tra una lezione e l’altra e durante i weekend che sono stati al momento completamente eliminati per ovvie ragioni.
Per ArteffettoDanza quest’anno avevamo cercato di rimodulare la nostra proposta: incontri mensili con seminari di approfondimento ad hoc. Speriamo che si possa ripartire presto anche con quelli.
- Che consigli dareste agli allievi di ArteffettoDanza e a chi vuole provare ad avvicinarsi al tango in generale?
Mara: Siamo molto legati a Trieste e ad ArteffettoDanza, lavoriamo con Corrado da un sacco di anni, e abbiamo di conseguenza allievi che ci seguono da molto tempo. Quest’anno sta mettendo tutti a dura prova, non è facile per le persone trovare il tempo, la tranquillità e l’energia in un momento dove stiamo vivendo anche periodi di chiusure forzate prolungate. Noi ci auguriamo davvero che almeno dalla prossima primavera si possa riprendere con maggiore continuità.
Michele: Sono d’accordo. Il tango è quasi una cosa mistica, ci si deve dedicare anima e corpo, deve esserci prima di tutto un coinvolgimento spirituale. Il tango è un ballo che vive molto di silenzi e di pause, di ascolto personale e dell’altro. In questo periodo in cui siamo bombardati da miriadi di informazioni e di avvenimenti, ci sarebbe davvero ancora più bisogno di ritrovare se stessi, di concentrarsi, di raccogliere le energie positive che provengono da noi stessi prima e in connessione con l’altro poi.
Laura Sartori
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