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Tue, 04/14/2020 - 15:35

Riceviamo con amore dalla nostra allieva scrittrice COSTANZA GRASSI, un bellissimo racconto per i nostri allievi più giovani

Trieste, Impero d’Austria, fine novembre 1856

All’Imperial Regia Accademia Asburgica di Danza ArtEffetto KunstEffekt non si stava più nella pelle: l’Imperatrice Elisabetta d’Austria era in visita ufficiale a Trieste e avrebbe degnato la scuola della sua regale presenza. Gli specchi erano stati lucidati, il parquet incerato e i tutù inamidati alla perfezione.

Mentre il suo consorte l’imperatore Francesco Giuseppe assisteva a parate militari, ispezionava caserme e concedeva medaglie ai soldati più valorosi, Sissi avrebbe inaugurato orfanotrofi, donato ai poveri, assistito gli infermi e visitato scuole di vario ordine e grado.

L’Imperial Regia Accademia Asburgica di Danza ArtEffetto Kunsteffekt sarebbe stata una di queste. Era una scuola gloriosa, fondata nel 1700 da Maria Teresa in persona: vantava alunni dotatissimi, insegnanti impeccabili e tra i suoi allievi c’erano le stelle dei maggiori teatri del Mondo.

L’unico inconveniente era che a Sissi della danza non importava praticamente nulla.
Niente.
Zero via zero.

Non era tanto un’antipatia per la danza in se’ quanto un fastidio per i balli in genere: i balli formali a corte Sissi li tollerava a fatica. Aveva un bel ricordo del ballo popolare al Prater di Vienna in occasione del suo matrimonio due anni prima, dove era apparsa radiosa, in bianco, con una corona di rose e brillanti. Ma poi troppi, troppi, troppi, troppi, balli si erano susseguiti nella sua nuova vita di giovane imperatrice. Invitati imbalsamati, goffi valzer senza fine e, tra una quadriglia con il re di Prussia e una polka con il duca di Pomerania, a volte non ne poteva proprio più. Un male ai piedi indimenticabile…

Avrebbe preferito di gran lunga:

  1. accarezzare per tutto un pomeriggio cani morbidi, grandi e piccoli.
  2. cavalcare cavalli bianchi, saltare fossi e galoppare a rotta di collo (in groppa a cavalli più veloci possibile, ovviamente).
  3. viaggiare per mare in incognito verso mete segrete e luoghi assolutamente inadatti a un’imperatrice.
  4. mangiare violette candite, dolci creati in suo onore e latte fresco appena munto.
  5. leggere poesie in mezzo al bosco o addirittura scrivere versi poetici (se particolarmente ispirata).
  6. stare in compagnia solo dei suoi amati figli, delle sue sorelle e fratelli, delle sue amiche dame di compagnia e del suo caro marito.

Era quindi con viso nobile e magnanimo, ma con animo triste e rassegnato, che in quel pomeriggio piovoso di novembre si apprestava a visitare la Kunsteffekt.
Non era possibile rinunciare a certi impegni ufficiali, così era il ruolo di brava imperatrice: i sudditi non si dovevano mai deludere.
Decise almeno di rivolgersi bisbigliando alla nobildonna che l’accompagna con una proposta: “Baronessa, mi raccomando, facciamo più velocemente possibile, fingiamo un impegno improvviso, uno svenimento, insomma: più di dieci minuti qui non ci resto!”
“Certo Sua Maestà Serenissima, mi faccia un cenno, mi faccia l’occhiolino e io sverrò a comando, siamo d’accordo.”

Il Barone Direttore Konrad von Kanulli accolse l’imperatrice commosso al portone d’entrata, con un profondo inchino: era elasticissimo grazie ai lunghi anni di carriera come ballerino a Parigi. Aveva i bei baffi impomatati e la marsina di gala. Gli altri insegnanti seguirono a loro volta il protocollo imperiale con armoniosi inchini, riverenze, omaggi floreali e applausi.

Sissi, sebbene colpita dall’eleganza degli illustri maestri della scuola, era decisa a mantenere il suo progetto di fuga. Visitando una sala da ballo dopo l’altra, però, vide qualcosa di sorprendente: balzi altissimi, giri vorticosi, gambe toniche, braccia muscolose, schiene forti, volti ispirati. Eleganza, bellezza, arte e musica la travolsero! Davanti a lei non c’erano svenevoli ballerini e sdolcinate ballerine, ma atleti leggiadri e atlete potenti, proprio come piacevano a lei.
Bambine e bambini, fanciulle e fanciulli bravi, disciplinati, concentrati, sportivi. E tra un grand battement, un pas de chat e un arabesque, il cuore di Sissi fu conquistato.

Non badò nemmeno alla povera baronessa che, come d’accordo, aveva finto lo svenimento, e giaceva per terra con i piedi per aria.

Sissi rimase con gioia ad ammirare gli allievi, per un tempo breve, ma molto abbondante per i canoni di un’imperatrice importante come lei, che non si doveva mai concedere troppo a lungo.

Alla fine salutò tutti, si accomiatò soddisfatta, allegra, e i presenti raccontano di averla vista salire in carrozza con una piccola pirouette.

 

(Sissi e Franz vennero davvero in visita ufficiale a Trieste dal 19 al 25 novembre 1856. Sissi visitò generosamente scuole e orfanotrofi, varò navi, inaugurò ospedali e ospizi, proprio come una brava giovane imperatrice doveva fare. Vide il mare e se ne innamorò. Andò a teatro e danzò al ballo della Camera di Commercio e Industria, tra festoni floreali, candele e specchi.

Non ha potuto visitare la Arteffetto Kunsteffekt Scuola di Danza, ma solo perché ancora non era stata fondata…)

Costanza Grassi

 

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